Che cosa sono le landing page? Detto in pochissime parole sono le “pagine di atterragio” (in realtà è proprio questa la traduzione in italiano di landing page), a cui un utente arriva dopo aver compiuto un’azione: in genere dopo aver cliccato su un link apposito (spesso un link di affiliazione) o su un banner pubblicitario.
La scopo di una landing page è quella di “convertire” (questo è il termine tecnico che si utilizza nel web marketing) i visitatori che giungono su di esse in azioni o vendite. Esempi tipici di azioni: l’iscrizione a una newsletter, oppure il rilascio dei propri dati per ricevere un preventivo online.
Per raggiungere questi scopi una buona landing page deve, ovviamente, essere ottimizzata sia dal punto di vista del layout grafico e dell’usabilità, che dal punto di vista del copywriting (ossia un testo che persuada a compiere una determinata azione).
Ma, per adesso, non voglio mettere troppa carne sul fuoco altrimenti rischi di perdere il filo del discorso. Quindi affronterò l’argomento step by step, soffermandomi al momento giusto sulle informazioni più importanti. Seguimi.
Per prima cosa, una buona landing page deve rappresentare un continuo logico a livello semantico (ossia di significato percepito dall’utente) tra il banner o il link che l’utente ha cliccato per raggiungerla e la pagina stessa in cui atterra.
Questo significa, ad esempio, che se nell’annuncio AdSense che l’utente ha cliccato c’era scritto qualcosa come “Scarica gratis il manuale introduttivo sul Forex Trading!”, allora la landing page deve contenere il materiale promesso e deve parlare di argomenti legati al forex trading e non, chessò, di assicurazioni!
Pertanto, la landing page la puoi considerare come un’estensione del messaggio che l’utente ha cliccato per raggiungerlo.
Fondamentale è anche il tasso di conversione tra i visitatori che arrivano sulla landing page e il numero di “azioni” effettivamente compiute da quest’ultimi. Far arrivare un utente nella pagina non è poi così complicato. Il difficile invece è far si che, dopo aver letto la pagina, egli compia l’azione desiderata…
L’azione può essere un semplice riempimento di un form, oppure il vero e proprio acquisto di un prodotto o servizio. Qualunque cosa sia, non è semplice far compiere questo tipo di “azione” all’internauta che, molto spesso, arriva sulla pagina senza aver preventivato di compiere tale gesto.
Per convertire bene la landing page deve, pertanto, essere curata in ogni dettaglio! Prima di tutto, la pagina d’atterraggio dovrà essere leggera (ossia si deve caricare velocemente, ricorda che i secondi sono secoli su internet!), chiara, professionale e con una grafica in tema.
Inoltre, come avevo già accennato, è di fondamentale importanza la cura del copywriting ossia della scrittura persuasiva che deve essere rassicurante, far capire al lettore i benefici nel riempire il form (o eventualmente comprare il prodotto/servizio) e rispondere alle possibili domande mentali che l’internauta potrebbe pensare.
Più nello specifico, una landing page che funziona bene dovrà assolvere a questi compiti:
Catturare l’utente con una buona headline (titolo iniziale), che deve immediatamente confermare quello che il navigatore si aspetta di trovare nella pagina.
Avere un titolo e un sottotitolo efficaci dove si ripetere l’annuncio presente nel banner che il visitatore ha, probabilmente, cliccato per raggiungere la landing.
Presentare una call to action ben visibile, ovvero un richiamo all’azione che dica al navigatore ciò che deve effettivamente compiere. Altrimenti, se quest’ultimo volesse compiere l’azione, potrebbe non capire come continuare.
Evidenziare i concetti chiave rispetto al resto del testo, in quanto spesso gli utenti leggono velocemente il testo andando a “salta cavallo”.
Utilizzare spaziature ed elenchi puntati e/o numerati per rendere il testo più scorrevole e più piacevole alla lettura.
Avere un’immagine esplicativa del prodotto (o del servizio), in grado di far capire immediatamente di cosa si parla e rassicurare.
Non essere troppo lunga, in modo da permettere una lettura veloce.
Avere dei form da riempire semplici e chiari (questo è spesso sottovalutatissimo, credimi!).
Quest’ultimo punto è davvero fondamentale, infatti il form è la parte più importante della landing page in quanto serve a “catturare” le informazioni di base per il tuo business (ad esempio per acquistare un certo prodotto).
Sicuramente, il più delle volte, è necessario che vi siano il campo del nome e quello dell’indirizzo e-mail. Spesso questi due campi sono più che sufficienti (a volte basta solo la mail) ma, in alcuni casi, potrebbe essere necessario chiedere anche il numero di telefono o l’indirizzo postale.
Il campo “NOME” deve essere il primo e consiglio di specificare la dicitura “inserisci solo il nome senza il cognome” questo perché, quando arriveranno la e-mail pubblicitarie tramite campagne newsletter, il corpo del testo sarà più accattivante se il lettore si sente citato per nome.
Ovvio che, se in un caso specifico il servizio presuppone la spedizione di posta fisica, occorrerà anche il cognome. L’email deve essere sempre corretta, quindi si deve specificare di inserirla con attenzione e che soprattutto sia reale. Altrimenti qualche “furbo” penserà di poter bypassare il form inserendone una falsa, oppure inserendone una che sa di non controllare mai.
Se non è più che necessario, non chiedere mai numero di telefono o indirizzi fisici in quanto questo fa scappare il 99% di quelli che avrebbero inserito almeno le prime 2 informazioni. Nota bene: si può fare solo in contesti di nicchia, dove il visitatore sa che per quel servizio è prassi comune chiedere telefono o indirizzo…
Un ultimo aspetto fondamentale delle landing page è l’ottimizzazione SEO per i motori di ricerca. Infatti, oltre ad arrivare tramite clic in un banner, molti utenti possono arrivare tramite semplice ricerca su Google. Anzi, per dirla tutta, questa seconda ipotesi è quella più auspicabile in quanto arriva gente già profilata da una ricerca e, soprattutto, gratis!
In definitiva, una landing page fatta bene è il punto cruciale di tantissimi business online i quali muovono un buon volume d’affari, rispetto ad altri che magari concludono ben poco a livello commerciale e di vendite.
già, le mitiche landing pages…
beh, su tale tema ci sarebbe molto da dire..
ancora una volta, ci sono modi giusti ed errati di usarle, nell’internet marketing…
faccio un esempio….
certo, se tu sei un autore famosissimo, sopratutto in ambito narrativo, puoi pubblicizzare sul tuo seguitissimo blog la nuova pagina di vendita del tuo ultimo romanzo, ma di solito non funziona così…
Se appunto sei un tizio normale, che ancora non ha ottenuto chissà quale posizionamento, beh, ti sconsiglierei un approccio di questo tipo, cioè di linkare direttamente ad una sales page.
Molto meglio che la pagina di atterraggio consenta di accedere a delle risorse informative (altrimenti perchè parleremmo di info marketing?) che parlano di te e dei tuoi prodotti, magari in cambio di un’iscrizione alla mailing list.
Vuoi un suggerimento davvero valido?
Allora guarda, ti consiglio di non domandare nulla in cambio inizialmente, e questo già ti differenzia rispetto a tanti altri…
tanto se quello che hai da regalare interessa e piace, l’internauta del tuo sito tornerà, e se invece non gli interessi, non scaricherà altro…
quindi fai così:
magari scrivi un articolo e poi inserisci un link ad una risorsa, meglio se di immediato utilizzo pratico, che so…un foglio excel che consenta di fare certi calcoli…
poi sottolinea un testo di questo tipo:
cosa ti chiedo in cambio di….?
niente, lo puoi scaricare gratuitamente da qui (inserisci link) e non ti domando neppure indirizzo mail o nome…..
poi, dopo un po’, puoi allora passare a fare uno scambio di risorse dietro iscrizione a qualcosa…
ma se all’inizio non domandi nulla in cambio, di solito ottieni un risultato superiore, non fosse altro che perchè molti precepiranno meglio che tu hai fatto qualcosa per loro in cambio di niente….
pensaci…
anche perchè il marketing è in gran parte psicologia…..