In questo articolo parliamo di un argomento molto caldo: come non perdere soldi usando il pay per click, ossia la tipologia di traffico a pagamento più utilizzata su internet. Prima di andare avanti chiariamo, per i meno esperti, cosa sono gli annunci pubblicitari pay per click (spesso abbreviato in PPC).
Detto in parole povere, sono annunci e banner dove paghi solamente se qualcuno ci clicca sopra. In questo modo hai la sicurezza di pagare solo per il traffico web che effettivamente ricevi anche se, a onor del vero, è possibile pagare un tot anche per ogni visulizzazione ma, normalmente, gli inserzionisti preferiscono pagare per i click effettivamente ricevuti.
Il pay per click è uno dei problemi che blocca la maggior parte di chi vuole iniziare a guadagnare online, a causa della paura di “farsi del male” con gli annunci a pagamento. Questo porta o a cercare di acquisire traffico gratuito (tutt’altro che facile e non alla portata del principiante) o a non ottenere risultati perché non c’è il traffico (zero visitatori = zero clienti).
In questo articolo ti spiegheremo che questi timori sono infondati e che il pay per click deve essere considerato alla stregua di un’automobile: se sai guidarla e la guidi con attenzione, ti porta dove vuoi.
Innanzitutto, il traffico a pagamento è solo PPC? No, ci sono sicuramente altri metodi per pagare e ottenere traffico e ne parliamo nel video dedicato all’argomento che fa parte del corso “Guadagnare Online”.
Tuttavia, c’è da dire che in Italia il sistema più usato ed efficace per generare traffico è proprio il pay per click: gli altri metodi che indichiamo, pur possibili, devono essere valutati caso per caso. Perciò in questo articolo ci focalizzeremo sul PPC.
E nello specifico, considereremo solo Adwords e Facebook Ads, ossia i due servizi di pay per click più famosi e utilizzati online. Il primo è un servizio di inserzioni pubblicitarie a pagamento che viene erogato da Google, mentre invece il secondo (come intuibile dal nome) è un servizio che fa capo a Facebook.
Poi ci sarebbero anche i pay per click di Yahoo e Bing (il motore di ricerca di Microsoft) i quali, seppur interessanti come media pubblicitari, non sono molto rilevanti in Italia e quindi non ne parleremo in questo articolo rivolto a chi inizia.
– AdWords, il PPC per antonomasia
Google AdWords è da considerare il PPC per antonomasia e anche in Italia è il più diffuso. Diciamo che lo strumento, che nel 2005 (quando ho iniziato a usarlo) era una bicicletta (facile da usare ma senza comodità) oggi è diventato una portaerei a propulsione atomica. Ovvero molto più sofisticato e completo, ma il manuale d’uso è molto più grosso e difficile (in compenso ora ti rispondono alle email).
In particolare, dal 2010 c’è stato un grosso giro di vite che di fatto ha penalizzato – e continua a penalizzare da allora – l’uso di AdWords da parte degli internet marketer che usano il “funnel di vendita” (è il termine che usiamo nella nostra presentazione per indicare il sistema di traffico + lead generation + email marketing = vendite).
Ovvero oggi non puoi più fare la classica landing page che si faceva fino a 3 anni fa con pochissime informazioni, che “costringevano” a inserire l’email per conoscerle. Questo non è più gradito a Google e quindi bisogna ballare alla sua musica: il povero internet marketer deve fare tutti i giri e le capriole richieste per poter avere, in qualche modo, l’email del potenziale cliente. Inoltre, interi mercati non si possono più promuovere su AdWords. E tra questi, sostanzialmente, tutte le “opportunità di guadagno”.
Quindi AdWords è lo standard, è dove c’è il traffico, è quello che ti permette di intercettare le ricerche su keywords specifiche (ad esempio: “come eliminare brufoli”). Infatti, il suo strumento Google Keyword Tool o Strumento per le parole chiave è uno degli strumenti fondamentali per l’internet marketer, per capire quanto mercato c’è per la sua idea. Nel modulo “Come trovare la nicchia giusta” del corso “Guadagnare Online”, mostriamo chiaramente come usare questo strumento (e altri di Google).
Ma AdWords oggi richiede all’internet marketer di fare un sacco di cose che lo penalizzano e per alcuni mercati semplicemente non è possibile utilizzarlo.
E come se non bastasse, negli ultimi anni, il costo per click (CPC) è andato continuamente aumentando. Ci sono mercati dove il click costa svariati euro. Il click! (Quanti click ti servono per ottenere un lead? E una vendita?)
E’ sempre così del resto quando c’è un monopolio – di fatto Google è un monopolio, gli altri concorrenti hanno una piccola frazione delle ricerche – ovvero prestazioni inferiori, prezzi superiori.
– Facebook Ads, il PPC “outsider”
Chiamare Facebook un “outsider” fa un po’ ridere. Con 845 milioni di utenti e una media di 20 minuti al giorno passati sul sito, Facebook è di fatto una versione di internet a parte. Ovvero, per molte persone, Facebook è l’unico o il principale strumento internet che usano.
Anche i numeri italiani sono estremamente importanti: oltre 23 milioni di utenti, ovvero il 70% degli italiani che sono online. Questo significa che puoi usare Facebook per fare ricerche di mercato sull’universo italiano, riuscendo ad avere un’idea di quanto grande può essere un mercato con pochi click del mouse.
I risultati sono molto differenti da quelli che ottieni con lo Strumento delle parole chiave di Google, ma sono altrettanto interessanti e talvolta anche più interessanti se devi definire la dimensione e le caratteristiche di un gruppo di potenziali clienti, invece di sapere quante ricerche ci sono per una parola chiave.
Per capirci: con Facebook Ads puoi mostrare il tuo annuncio ai geometri che abitano a Milano, o alle quarantenni italiane che guardano Grey’s Anatomy. Sono cose che con Google AdWords sarebbero molto difficili, per non dire impossibile. E, cosa che non a tutti è chiara, puoi usare i Facebook Ads per mandare i visitatori su una qualsiasi pagina web, non necessariamente su una pagina dentro a Facebook.
Tuttavia, come media pubblicitario di pay per click, Facebook è ancora poco conosciuto e considerato. Viene sempre fuori il discorso “io su Facebook ci vado per cazzeggiare, non clicco certo gli annunci”. Che sarà anche in gran parte vero, ma questo non ha impedito a Facebook di guadagnare 5 miliardi di dollari dalla vendita di Facebook Ads nel 2012 (nello stesso anno Google ha incassato 43 miliardi di dollari da AdWords).
Il fatto che i Facebook Ads esistano, funzionino, ma non siano ancora così considerati come gli annunci AdWords, permette all’internet marketer di avere prezzi più bassi per i suoi annunci. E questa è una bella notizia, no?
Certamente, anche il tasso di click through (CTR) sarà inferiore rispetto agli annunci sulla pagina di Google guidati da una ricerca, ma non molto differenti dal tasso di CTR degli annunci AdWords sulla Rete Display (ovvero la pubblicità di Adwords su siti diversi dalla pagina di Google, soprattutto grazie al circuito di AdSense).
Un’altra bella notizia è che, come detto sopra, con i Facebook Ads si possono mostrare annunci a segmenti precisi di popolazione, invece che a persone che cercano una determinata cosa. In alcuni casi, per alcuni mercati, questo è fondamentale. Inoltre con i Facebook Ads, la pubblicità locale (per esempio: solo a Parma) è una realtà concreta, mentre invece su Google è molto meno efficace.
Detto questo i Facebook Ads non sono così performanti come AdWords, e gli strumenti a disposizione sono parecchio meno sofisticati. Ma non si può avere tutto dalla vita e almeno c’è una concreta alternativa agli annunci AdWords per il traffico a pagamento.
Inoltre, e questa è una notizia davvero ottima per chi fa infomarketing, su Facebook Ads i controllori degli annunci pubblicitari sono molto più permissivi, nel senso che ti permetteranno di fare pubblicità a cose che su AdWords sono assolutamente proibite. Inoltre, anche per quanto riguarda le landing page sono molto più tolleranti…
Ora che abbiamo visto i due sistemi di traffico PPC disponibili in Italia, andiamo al nocciolo della questione: come usarli in maniera proficua, senza rimetterci soldi!
– Pensa come un direct marketer e sei a posto
Un direct marketer è una persona che utilizza il direct marketing per il suo business, o per quello di un suo cliente. E il direct marketing è un tipo di marketing dove spendi per ottenere dei risultati che misuri.
Cosa significa misurare? Ecco alcuni esempi concreti:
- Spendi 100 euro, ottieni 40 email di potenziali clienti (leads), ogni lead ti costa 100 euro/40 = 2,5 euro
- Di questi 40 potenziali clienti il 5% diventa cliente, ovvero ottieni 2 clienti, ogni cliente ti costa 100 euro/2 = 50 euro
- Se guadagni 60 euro dalla vendita, allora il tuo profitto sarà 60 euro (guadagno da una vendita) – 50 euro (spesa per una vendita) = 10 euro
- Vuol dire che ogni 100 euro che spendi ne metti in tasca 10, tolte tutte le spese
- Ovvero hai un ritorno del 10% sull’investimento
- Come puoi ottenere il 15% dell’investimento?
- Come puoi ottenere più di 40 leads?
- Come puoi ottenere più del 5% di conversione in vendite?
- Come puoi spendere meno di 2,5 euro per lead?
Queste e altre sono le domande che si fa un direct marketer. E trova le risposte per migliorare le sue prestazioni.
E un internet marketer? E tu?
Un internet marketer è solamente un direct marketer che usa internet come strumento per fare il suo lavoro.
Quindi capisci che, se ti fai i conti della serva che ti abbiamo mostrato, sei a posto. Non serve avere una laurea, sono le 4 operazioni che hai imparato alle elementari. Ma devi fare i conti.
Come fanno le persone a perdere soldi col pay per click? Semplice, non fanno i conti. Tipicamente, spendono più di quello che guadagnano. Purtroppo è possibile che questo capiti. Specialmente se vendi prodotti economici con ricarichi bassi.
Un esempio classico è vendere ebook a basso prezzo (sotto i 30-50 euro diciamo) come affiliati: non ci sono i margini. Ancora peggio, ovviamente, è pensare di investire nel pay per click per promuovere i vari network marketing dove guadagni pochissimi soldi per ogni vendita (pochi euro). Allora là sì che ti fai male, ovviamente se non ti fai i conti.
Ecco perché nel nostro corso “Guadagnare Online” consigliamo di avere propri infoprodotti (anche se questo non significa che li devi per forza creare tu…), perché consentono di avere i margini necessari a far funzionare il traffico a pagamento. Chiaramente, devi scegliere la nicchia giusta e anche questo te lo insegnamo nel corso.
Quindi come vedi è possibile per chiunque usare i sistemi di traffico a pagamento PPC senza perdere la camicia, ma invece guadagnando soldi.
Le cose da fare sono (tutte spiegate nel nostro corso):
- scegliere la nicchia giusta (evitando quelle che non possono essere profittevoli)
- creare campagne PPC fatte bene (non occorre essere scienziati, ci sono poche cose da fare correttamente)
- misurare, misurare, misurare (ti bastano le quattro operazioni… ma falle!)
- ottimizzare, ottimizzare, ottimizzare (è anche la parte più… divertente dell’internet marketing)
Questo è il modo – come vedi semplice e chiaro – che devi usare per guadagnare online col traffico a pagamento ed è quello che usiamo e insegnamo noi.
Il pay per click è come un’automobile: se guidi alla cieca, senza patente, ti schianterai certamente. Ma se guardi la strada, sai dove devi andare e impari a guidare, ti porterà dove vuoi arrivare: a guadagnare online.
Eh si, con FB Ads sembra di essere tornati nel 2008 con Adwords. CTR 1/10 e conversioni piu’ basse , ma in compenso puoi fare il targeting sulle categorie di persone. Anch’io ci sto lavorando parecchio in questo periodo e a parte qualche tipo di annuncio che sta in approvazione per giorni, il tutto e’ piuttosto soddisfacente.
Ciao
devo dire che ultimamente sto sperimentando con successo il PPC su Facebook Ads e sembra funzionare. Certo non ho le conversioni che avevo con Adwords, ma i costi sono molto più bassi e i controllori degli annunci pubblicitari sono molto più permissivi è vero. Mi permettono di fare qualche Squeeze Page, un po’ più “diretta”!!
Un saluto
Stefano
Premessa: non sono esperto di pay per click nella maniera più assoluta.
Domanda: è vero o no che una parte rilevante della pubblicità a pagamento che si trova su Facebook è riferita al tipo di “business” che tu e Mark consigliate saggiamente di evitare?
Le poche volte che entro in Facebook, senza cercare niente di particolare, vedo sul lato destro della mia homepage diversi banner che portano ignari visitatori a siti di “guadagno online” come casinò, trading, forex e altre perfette trappole del genere.
Avrà anche fatturato 5 miliardi di dollari nel 2012, ma secondo me Facebook è e rimane il Social Network per eccellenza; per il resto meglio lasciar perdere, un pò come le Poste Italiane che vogliono fare anche le banche tanto per capirci.
Umberto hai ragione. Quando abbiamo scritto (nell’articolo qui sopra) che i revisori di Facebook sono molto permissivi, non scherzavamo…
Una precisazione: il realtà il trading online in azioni o valute (forex) è un’attività rispettabilissima. Quello che non va bene è pubblicizzarli come metodi facili e veloci per fare soldi, in quanto bisogna essere esperti di finanza e, nel caso del forex, devi stare tutto il giorno a monitorare l’andamento dei mercati delle valute.
Oh si certo hai fatto bene a precisare.
In effetti mi riferivo solamente ai banner che pubblicizzano metodi di guadagno facili, veloci ed automatici. Purtroppo certe persone lo fanno anche con il trading, facendolo quindi sembrare una truffa/trappola.
Complimenti, vi seguo da un po’ e devo dire che i vostri articoli sono sempre molto interessanti.
Un saluto da Federico.
Stupende spiegazioni e facile comprensione di quanto scrivi. Volevo usare Facebook Ads ed ho provato a fare le considerazioni di calcolo che hai indicato come esempio. Ma nel mio caso, il prodotto da promozionare non ha un prezzo di vendita (è un servizio gratuito) per cui se non ho capito male se non c’è clientela che compra pagando un prezzo, alla fine la campagna sarebbe comunque in perdita per il 100%?
Eh beh si, se non hai modo di monetizzare i contatti, la campagna ha il suo costo. Ma perche’ vuoi promuovere a pagamento un servizio gratuito? Se e’ per poi vendere un servizio a pagamento, allora devi considerare il fatturato del servizio a pagamento in rapporto al costo della campagna. Ti faccio un esempio: spendi 100 euro per ottenere 100 iscritti al tuo servizio gratuito. Poi 3 di questi iscritti al servizio gratuito comprano un servizio a pagamento che costa 50 euro, per un totale di 150 euro. Risultato finale: 150 euro di incasso – 100 euro di spesa per FB Ads = 50 euro di profitto. O puoi anche dire che per ogni euro di spesa fai 50 centesimi di profitto (o 1,5 euro di incasso). Questi sono i ‘conti della serva’ che devi fare.
Scusate ma in base a cosa o sulla base di cosa io stabilisco che su 100 visitatori 3 diventano clienti? È una media standard? O è un conteggio aleatorio?
E’ una percentuale che ricaverai dai tuoi reali dati di conversione. Quando avrai fatto un certo numero di vendite che reputi rappresentative del tuo prodotto o mercato, puoi calcolarlo. Ovvero se sai che vendi un prodotto da 5000 euro una volta ogni 2 mesi, non è il caso che aspetti di aver fatto 20 vendite per valutare il tuo tasso di conversione. Se invece mediamente vendi 2 prodotti da 20 euro al giorno, allora puoi valutare anche su 50 vendite. Dipende dal mercato e dal prodotto.
Detto ciò, prima di avere dei dati reali, puoi fare delle stime. Prendendo 1% come dati medio (basso) di conversione, 3% è un tasso di conversione elevato e raramente per la mia esperienza, ho visto tassi di conversione oltre il 5%.
Quindi 3 visitatori su 100 che diventano clienti è un’ipotesi forse eccessivamente ottimistica, ma possibile. Considera che potresti anche avere 1 vendita su 1000 visitatori (traffico poco targhetizzato, offerta debole).
Ciò che è importante capire è che puoi fare delle stime, basarti su quelle e poi modificarle quando hai i dati reali. Ma, come in ogni attività progettuale, una stima devi averla. Per non saper né leggere, né scrivere prendi 1% che è anche facile da usare e può andare bene come prima stima.
Salve e complimenti per l’articolo, ci sono diversi spunti interessanti ed utili. Premetto che gli info prodotti mi incuriosiscono, sia perché rappresentano una novità, sia perché mi piace sempre valutare possibili business. Sto per mettermi nell’e-commerce, ho una ventennale esperienza manageriale, penso di poterla trasferire nel mondo della vendita “alternativa” che offre il web. In altri vostri articoli voi consigliate gli info prodotti come il top, ed in effetti per chi non ha mai vissuto un’azienda, possono semplificare molto la vita. Io però vedo anche un rovescio della medaglia: visto che non tutti potranno diventare i primi o secondi della classe, un domani potrebbe esserci così tanta concorrenza che il business potrebbe sgonfiarsi. E’ altrettanto vero però, che oggi i business profittevoli durano poco e bisogna sfruttarli quanto si può, pronti a cambiare con largo anticipo prima del declino. Mi scuso se mi sono dilungato, in sostanza volevo dire che, è vero che la vendita online di prodotti fisici è più complicata e teoricamente meno profittevole, ma presuppone un knowhow ed una predisposizione imprenditoriali molto più difficili da replicare. L’ideale sarebbe abbinare entrambe le cose, l’infoprodotto che aiuta a vendere un’item e viceversa….
Cordiali saluti
Gianni
Salve, ho creato dal niente questo blog da circa un mese e, ad oggi, conto circa 800 visite giornaliere. Tralasciando gli eventuali accorgimenti, ho il desiderio di poterlo trasformare in una fonte di guadagno. In poche parole diventare blogger come ho sempre sognato. Mi chiedevo se nel mio caso, essendo un blog di news, il sistema ppc potrebbe essere o meno vantaggioso.
Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.
Claudio
Claudio dai un’occhiata a questo articolo qui:
https://www.guadagnareonlineitalia.it/guadagnareconadsense/
Sito interessante vi seguo da qualche giorno! per mia esperienza diretta (che non credo sia replicabile) la stessa pagina a parità di impressioni…
Con Facebook Ads ho ottenuto un CTR del 0,3% con Adwords del 2,5% con il SEO (traffico organico) un CTR del 10% circa!
A parità di CTR tuttavia converte meglio Adwords, ma sugli utenti di ritorno… parlo di vendita Ecommerce non di semplici lead (iscrizioni newsletter).
Complimenti per il sito, andate avanti cosi.