Se desideri guadagnare online e magari lo vuoi fare vendendo oggetti fisici, allora in questo articolo ti voglio parlare di un argomento assolutamente fondamentale: vendere online. Per prima cosa bisogna chiarire se vuoi vendere qualcosa di saltuario, o se vuoi intraprendere una vera e propria attività imprenditoriale su internet.
Se devi vendere qualche oggetto superfluo, magari dei regali di Natale che non ti sono piaciuti, oppure qualche oggetto ricevuto in eredità oppure perché devi fare spazio, allora puoi utilizzare i metodi che ti descrivo qui di seguito.
Partiamo da uno dei metodi più semplici e più noti in assoluto, anche se sicuramente non è il più remunerativo, per vendere online. Sto parlando di aprire un’asta con eBay, che può essere comunque un buon sistema se desideri un modo facile e veloce per sbarazzarti di un bel po’ di cose guadagnandoci, allo stesso tempo, qualche soldo.
Ho già scritto in passato un articolo incentrato su eBay e quindi non vado a ripetere le stesse cose due volte. Tuttavia, visto che ci sono, voglio puntualizzare alcuni aspetti che reputo importanti e di cui non tutti sono consapevoli.
eBay, per chi ancora non lo sa, in realtà si divide in due branche distinte:
- ebay classico. E’ il più famoso e consiste in un’asta a tempo, dove puoi fissare il prezzo di partenza. Puoi anche impostare il prezzo di riserva (sotto al quale non procedi alla vendita), oppure puoi inserire un compralo subito. Ti dico la verità: eBay classico è conveniente, secondo me, soprattutto per fare affari in acquisto. La vendita invece è spesso penalizzante, in quanto le persone che vanno a un’asta sono lì tutte per fare l’affarone. In definitiva, non sperare di vendere con grossi margini di guadagno, utilizzando le aste online.
- eBay annunci. E’ un metodo utilizzato per mettere gli annunci vecchio stile (un po’ come si faceva in genere fino agli anni ’90 dove c’erano i famosi AAA vendesi…) su base regionale. Questo sistema secondo me è più adatto per vendere online a margini un po’ più elevati in quanto si fissa il prezzo e, soprattutto, è facile vendere oggetti voluminosi. Spesso, però, un grosso inconveniente riguardo l’eBay classico è il costo di spedizione.
Poi ci sono gli annunci sui mercatini online. Come ho detto poco fa, i mercati con gli annunci si sono ormai spostati in rete e sono diventati molto più pratici di prima. I più famosi e affidabili sono sicuramente questi:
- Subito.it
- Vivastreet
- Bakeca.it
- kijiji
Poi ce ne sono molti altri, ma non mi metto a fare l’elenco completo perché li puoi trovare molto facilmente utilizzando Google. Ovviamente, valgono le stesse considerazioni che ho fatto per eBay annunci…
Se invece vuoi mettere in piedi un’attività imprenditoriale seria per vendere online, allora le cose cambiano drasticamente! Prima di tutto, devi essere in regola dal punto di vista fiscale. Sì, devi esserlo! Internet non è la gallina dalle uova d’oro dove tutti fanno quello che vogliono nella massima deregolazione tipo Far West.
Infatti, per il fisco italiano, avere un e-commerce è come aprire un negozio fisico offline e quindi, fiscalmente, avrai gli stessi oneri. Innanzitutto, occorre una partita IVA. Ciò comporta che avrai, in automatico, una posizione INPS con tutti i costi annessi e connessi. Inoltre, ti servirà anche l’iscrizione al CCIA (Camera Commercio Industria Agricoltura).
Che cosa significa? Significa che, sicuramente, avrai un esborso non inferiore ai 3.200 euro solo per l’INPS. Al quale si aggiungerà l’eventuale IRAP, INAIL e, ovviamente l’IRPEF sui redditi.
Possono sembrare molti soldi ma considera anche che in un’attività offline, oltre a questi adempimenti, avresti avuto anche le spese di affitto, luce, gas e quant’altro che in un’attività online invece non dovrai ovviamente sborsare. Ma non finisce qui…
Il problema fiscale, anche se rilevante per chi inizia un business online, non è il principale scoglio. Innanzitutto, prima di iniziare un’impresa, occorre avere bene in mente cosa vuoi vendere online. Avviare un’attività, infatti, è come andare in guerra. Se vuoi vincere la guerra, o almeno avere le probabilità a tuo favore, devi pianificare le battaglie altrimenti verrai sbaragliato dagli eventi…e dalle spese.
Per prima cosa, dovrai esaminare la categoria merceologica nella quale desideri operare con la tua impresa. Per fare questo, dovrai fare una bella ricerca di mercato online. Costa un po’ di fatica ma è gratuita.
Segnati tutte quelle cose che pensi possano avere un mercato e che saresti in grado di gestire. Le nicchie più gettonate sono sicuramente l’informatica, l’elettronica di consumo e l’abbigliamento. Tuttavia, ci sono anche altri ottimi settori.
Una volta che avrai deciso in quale nicchia sviluppare la tua attività sul web, allora cerca i fornitori giusti per spuntare buoni prezzi in modo da ottenere ricarichi sufficienti a rimanere attivo. In particolare, i fornitori devono essere sicuramente:
- Affidabili – devono spedirti la merce in tempi rapidi e senza errori.
- Convenienti – con prezzi vantaggiosi.
- Assortiti – cioè con molta varietà di assortimento per lo meno nella nicchia che vuoi sfruttare.
- Disponibili – che risolvano velocemente i problemi.
Trovata la combinazione vincente di nicchia giusta e fornitore adeguato, si passa alla seconda fase. In pratica, dovrai individuare il metodo migliore di pagamento per il tuo particolare tipo di attività e il miglior corriere possibile per le spedizioni.
Può sembrare banale, ma non tutti i tipi di pagamento si adattano alle varie attività. Ci sono quelle in cui è preferibile un pagamento tramite PayPal, quelle invece dove è preferibile un bonifico bancario e altre in cui invece è meglio il contrassegno.
Inoltre, c’è da dire che molte attività commerciali online spesso preferiscono prendere accordi specifici con banche che offrono sistemi di pagamento ottimizzati per poter pagare online con carta di credito.
Un altro aspetto importante da non sottovalutare sono i tempi di consegna. Cerca un corriere che, pur mantenendo tariffe convenienti, abbia anche tempi di consegna non troppo lunghi. La gente spesso si innervosisce se attende più di 3 o 4 giorni la merce fino ad arrivare, in certi casi, addirittura al recesso.
Una volta che avrai pensato a tutto ciò, potrai iniziare l’attività e aprire la tua posizione fiscale. Tuttavia, sarebbe opportuno svolgere prima un lavoro di creazione e posizionamento del sito internet, in modo da non far decorrere troppo tempo fra il giorno di apertura della posizione fiscale e quello della prima vendita…
Assicurati, in ogni caso, di avere budget sufficienti per poter tenere in piedi l’attività per tempi sufficientemente lunghi. Infatti spesso capita che molti imprenditori, o aspiranti tali, si buttano su un’attività in modo sotto capitalizzato e desistono dopo solo qualche mese, perché non sono più in grado di sostenere gli adempimenti fiscali fissi ed obbligatori!
Quindi in definitiva, vendere online non è semplice come molti ingenui e inesperti spesso pensano, specie se lo si vuole fare per lavoro. Insomma, anche se internet offre indubbiamente molti vantaggi ed agevolazioni, in ogni caso non è il paese dei balocchi. Vuoi un consiglio? Non improvvisare e preparati a dovere!
Buongiorno. Che cosa ne pensate del ” Dropshippimg” ?
Grazie
Franco
Abbiamo scritto questo articolo sul dropshipping:
https://www.guadagnareonlineitalia.it/guadagnare-con-il-dropshipping/
Mi sembra un articolo di allerta che ben descrive le caratteristiche necessarie x un ecommerce serio. Tende ad ogni modo a scoraggiare x le diverse complicazioni fiscali. Cosa prevede invece la commercializzazione degli infoprodotti dal punto di vista fiscale ?
Noi non siamo dei commercialisti. Fatta questa necessaria premessa – per dire che non ci assumiamo responsabilità sull’esattezza di ciò che stiamo per dire – il commercio degli infoprodotti prevede che, dopo i 5000 euro annui di guadagno, bisogna aprire la partita iva.
Eventualmente, per chi cerca agevolazioni ed è all’inizio, c’è il cosidetto regime dei minimi che offre sicuramente qualche sgravio fiscale.
Ad ogni modo, come amiamo sempre dire in questi casi, PRIMA pensate a guadagnarli i soldi…
Una domanda se io creo un sito di consulenza e appoggio le landing page è considerato sito e-commerce?
Se parliamo da un punto di vista tecnico, allora la risposta è un ovvio no. Se invece parliamo del discorso di pagare le tasse, allora sappi che si tratta di un’attività che è perfettamente assimilabile a un commercio elettronico, in quanto tu vendi un tuo servizio (di consulenza) in cambio di denaro.
Salve, ho letto l’articolo e anche i vostri numerosi consigli per capire se esistono nicchie fertili prima di lanciare un prodotto online. Nel mio caso sto valutando la possibilità di avviare un e-commerce su un prodotto di nicchia.
Sono già orientato sulla serie di prodotti, ma ovviamente prima di andare allo sbaraglio sto sondando le varie incognite.
Nei vostri articoli riferiti agli infoprodotti consigliate di testare il traffico sul sito prima di creare il prodotto.
Ora vorrei capire se posso fare lo stesso ragionamento con un e-commerce. Nel senso che vorrei capire se è legale dal punto di vista fiscale mettere on line un e-commerce (senza avere la partita iva) solo per testare il traffico e per capire se esiste una richiesta reale, e di conseguenza un tentativo di acquisto che in questo caso porterebbe ad una pagina di ringraziamento , come voi consigliate.
Elmo il discorso è a monte: PRIMA di mettere online l’ecommerce per fare vari test, dovresti utilizzare lo strumento per le parole chiave di AdWords per vedere questa cosa (ossia se c’è traffico intorno a determinate keywords).
La selezione della nicchia è probabilmente l’aspetto più importante da valutare per chi vuol iniziare a vendere online.
Oltre al traffico delle parole chiave, occorre valutare bene anche la loro concorrenza, sia in termini di volume (quanti sono gli inserzionisti che puntano su quelle stesse parole chiave) che di qualità (quanto sono forti i siti concorrenti dal punto di vista SEO).
In ogni caso, non c’è modo migliore che provare, sbagliare e provare ancora. Un’idea di business online va testata sul campo. La teoria è solo il punto di partenza per evitare errori grossolani e perdite di tempo.
Da un punto di vista fiscale, il tema si gioca sul requisito della professionalità.
Laddove le vendite online siano ripetute e continue, tali da superare i 5000 euro annui, si presume il carattere di professionalità dell’attività e, pertanto, diventa indispensabile aprire una partita iva, in forma individuale o societaria.
Sotto quella cifra, i redditi potranno rientrare tra i “redditi diversi” all’interno della propria dichiarazione annuale.
Ottimo articolo… Ho scritto anche io un paio di giorni fa qualcosa sull’argomento Ebay… In bocca al lupo a tutti
Grazie, articolo chiarissimo e molto utile. La mia domanda e’ la seguente: io vivo e risiedo fuori UE, dove ho creato la mia società. Vorrei aprire un sito di vendita al dettaglio on-line di prodotti di nicchia per il consumatore italiano. Avrei quindi solo bisogno di una società’ di logistica o corriere in Italia, che prenda a carico e distribuisca la merce. In questo caso avrei degli oneri fiscali in Italia ? O solo nel mio paese di residenza ?
Claudia noi siamo tutto tranne che consulenti fiscali. Per cose di questo genere, è meglio se ti affidi a un valido commercialista.
Ciao Mark,
Ci regali sempre ragionamenti preziosi che spesso sfuggono …
Ti volevo chiedere questo:
In un e-commerce mono-prodotto, credi che sia utile integrare con degli info prodotti studiati per lo stesso target, per poter coprire in parte le spese iniziali?
Grazie
Ciao Sandra, potrebbe avere senso ma gli infoprodotti andrebbero proposti non insieme al prodotto principale (altrimenti rischi solo di generare confusione e/o paralisi da opzione), ma soltanto dopo come back-end o al massimo come upsell.
Ciao Mark,
un’informazione per cortesia.
Premesso che non ho un sito. desidero vendere servizi per aziende ma necessito di una lista valida di email di possibili clienti a cui proporre il servizio e che magari non finiscano direttamente nello spam.
Come posso procedere?
Ciao Dario, lascia perdere quelli che ti vendono liste di email un tanto al chilo. Prima di tutto perché nella stragrande maggioranza dei casi è immondizia e, in secondo luogo, rischieresti addirittura guai seri a livello penale per violazione della privacy.
Non sto dicendo che non puoi inviare email a potenziali clienti. Sto dicendo che questa lista di email te la devi COSTRUIRE in modo legale e soprattutto strategico, grazie ad apposite azioni di lead generation: https://it.wikipedia.org/wiki/Lead_generation
Ciao Mark.. avrei bisogno di un consiglio , vorrei vendere del vino di ottima qualità ma sarebbe x me una seconda attività visto che sono un’impiegato… ragion per cui non posso aprire una partita Iva dalle informazioni che ho…secondo te creando un sito di vendita online risolvo qualcosa. ? Grazie in anticipo